Impianto CCS cattura cattura CO2
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La cattura della CO2 diventa essenziale per il clima: Raddoppio delle Emissioni di CO2

Aumento della CO2 atmosferica dal 1978 a oggi

Secondo il report “Global Carbon Budget 2023“, la quantità di anidride carbonica (il principale gas serra responsabile del riscaldamento globale) rilasciata annualmente nell’atmosfera è raddoppiata dal 1978 a oggi. L’anno scorso ha registrato un nuovo record con 37,55 miliardi di tonnellate di CO2 emesse. Dati dell’Earth System Research Laboratories (ESRL) della National Oceanic and Atmospheric Administration indicano che la concentrazione atmosferica di CO2 ha raggiunto 421 parti per milione nel 2023, continuando a crescere costantemente dagli anni ’60.

Tecnologie per settori difficili da decarbonizzare

La lotta ai cambiamenti climatici richiede politiche volte alla riduzione delle emissioni alla fonte, ma non si limita a questo. Per i settori definiti “hard to abate”, dove la completa decarbonizzazione dei processi industriali è quasi impossibile, esistono tecnologie che possono aiutare a raggiungere gli obiettivi ambientali. Una di queste è il Carbon Capture and Storage (CCS), che sta vedendo un numero crescente di progetti a livello mondiale. Questi impianti catturano la CO2 prima che venga rilasciata nell’atmosfera e la immagazzinano nel sottosuolo.

Espansione globale dei progetti di CCS

Secondo il Global CCS Institute, attualmente (dati di metà 2024), ci sono 41 impianti attivi nel mondo, con 171 in fase di realizzazione in Europa e oltre 265 in Nord America, la maggior parte negli Stati Uniti, dove queste tecnologie sono più sviluppate. Il report “The Global Status of CCS 2023” evidenzia che l’anno scorso la capacità di cattura e conservazione del carbonio ha raggiunto quasi 50 milioni di tonnellate. Anche se i numeri sono ancora modesti, il potenziale della CCS attira molti investimenti: secondo il report “Energy Transition Investment Trends” di BloombergNEF, nel 2023 i progetti CCS hanno raccolto 11 miliardi di dollari, superando quelli relativi all’uso dell’idrogeno come fonte energetica.

Investimenti e crescita del settore CCS

Nel febbraio scorso, la Commissione Europea ha approvato la “Industrial Carbon Management Strategy”, che sottolinea l’importanza strategica della CCS per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, con ambiziosi target per l’ampliamento di infrastrutture, siti di stoccaggio e reti di trasporto. L’Italia è parte attiva in questo ambito. Già nel 2022, Eni e Snam hanno creato una joint venture per sviluppare l’infrastruttura di stoccaggio di CO2 in Italia con il progetto “Ravenna CCS”. I giacimenti esausti di gas naturale nell’alto Mare Adriatico sono considerati ideali per la conservazione della CO2, e la prima fase del progetto partirà nel 2024.

Strategia europea per la gestione del carbonio industriale

L’hub di Ravenna diventerà un punto di riferimento nel Mediterraneo per lo stoccaggio permanente di CO2, con una capacità totale stimata in oltre 500 milioni di tonnellate. Questo permetterà di ottenere benefici concreti in termini di decarbonizzazione, mantenendo allo stesso tempo livelli occupazionali, produzioni nazionali e capacità di crescita in settori come cementifici, acciaierie e chimica, attualmente sotto pressione per l’impossibilità di ridurre le emissioni di gas serra tramite l’elettrificazione dei processi produttivi.

L’Italia e il progetto Ravenna CCS

Secondo lo studio “Carbon Capture and Storage: una leva strategica per la decarbonizzazione e la competitività industriale” di The European House – Ambrosetti, i settori hard-to-abate e il loro indotto rappresentano 94 miliardi di euro di valore aggiunto e impiegano 1,25 milioni di persone, pari rispettivamente al 5% del PIL italiano e al 4,5% della forza lavoro. La stessa fonte stima che l’elettrificazione, l’efficienza energetica, le bioenergie, l’idrogeno e la variazione delle materie prime contribuiranno a ridurre circa la metà delle emissioni di questi settori. La restante parte, che supera le 30 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, dovrà essere decarbonizzata utilizzando soluzioni CCS.

Biochar alternativa alla tecnologia CCS

Oltre alla tecnologia di Carbon Capture and Storage (CCS), un’altra soluzione promettente per la riduzione delle emissioni di CO2 è l’utilizzo del biochar.

Il biochar è un materiale carbonioso ottenuto dalla pirolisi di biomasse, un processo che avviene in assenza di ossigeno.

Questo materiale può essere utilizzato come ammendante del suolo, migliorando la fertilità dei terreni e la capacità di ritenzione idrica. Ma il suo vantaggio principale risiede nella sua capacità di sequestrare carbonio.

Quando il biochar viene incorporato nel suolo, il carbonio contenuto nel materiale viene stabilizzato e trattenuto per secoli, riducendo così la quantità di CO2 nell’atmosfera.

Secondo recenti studi, l’adozione diffusa del biochar potrebbe contribuire significativamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici, sequestrando più di 3 volte il suo peso in CO2 all’anno.

Questo lo rende una soluzione complementare e integrativa alle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, offrendo un ulteriore strumento nella lotta contro il riscaldamento globale.

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