Kangaroo Island

Un progetto sul biochar potrebbe aiutare a salvare 12 milioni di alberi

Prima dell’arrivo dei britannici, l’Isola dei Canguri, situata al largo della costa del Sud Australia, era conosciuta come Karta Pintingga – L’Isola dei Morti.

Questo nome evocativo, assegnato dal popolo Kaurna, rispecchia la storia dell’isola, che venne separata dalla terraferma a causa dell’innalzamento del livello del mare.

Oggi, l’isola non è solo un punto di riferimento culturale e storico, ma anche il terzo maggior territorio insulare dell’Australia, con un’economia che si basa su turismo, agricoltura, silvicoltura e pesca.

Tuttavia, l’incendio devastante del dicembre 2019 ha messo a rischio la sua biodiversità, bruciando metà del suo territorio e compromettendo una vasta piantagione di Blue Gum della Tasmania.

Scopri come questo progetto sul biochar potrebbe aiutare a salvare 12 milioni di alberi.

L’Isola dei Morti

Prima che gli inglesi arrivassero in Australia, Kangaroo Island era conosciuta come Karta Pintingga –  L’Isola dei Morti. Prese il nome dai popoli Kaurna che vivevano sulla terraferma e lo chiamarono così dopo che il livello del mare si innalzò, isolandoli dalla terraferma.

Kangaroo Island è la terza isola più grande dell’Australia e si trova appena al largo della costa dell’Australia Meridionale. L’isola ha una popolazione di 5000 abitanti ed è grande all’incirca quanto Bali.

L’economia dell’isola è stata trainata principalmente dal turismo, dall’agricoltura, dalla silvicoltura e dalla pesca. Tuttavia, gli incendi boschivi del dicembre 2019 hanno bruciato metà dell’isola (210.000 ettari) e reso insalvabile una piantagione di legname di 12 milioni di esemplari.

Kiland, precedentemente noto come Kangaroo Island Plantation Timbers, il proprietario della piantagione ha deciso di trasformare il legname in biochar.

Australian biochar project

Executive chairman of ASX-listed Kiland and its 87 per cent owned entity Nobrac, James Davies, in front of some of the fire-damaged trees on Kangaroo Island. Arlow Houchin

Il progetto Biochar

L’Australian Financial Review lo ha definito il “più grande progetto sul carbonio” dell’Australia.

Ecco un breve riepilogo:

  •  Verranno lavorate 1.000 tonnellate di biomassa al giorno.
  •  Verranno prodotte 900.000 tonnellate di biochar per la vendita.
  •  Verranno generati 1,8 milioni di crediti di rimozione del carbonio (2 crediti per ogni tonnellata di biochar)
  • La rimozione del carbonio sarà equivalente alle emissioni annuali di  390.000 automobili convenzionali.

Senza la decisione di trasformare gli alberi in biochar, l’unica altra opzione sarebbe stata quella di bruciare il legname inutilizzato. Ciò avrebbe comportato il rilascio di una notevole quantità di emissioni di carbonio nell’atmosfera.

Il Biochar: Una Soluzione Innovativa

Il biochar è un tipo di carbone, con una storia antica, prodotto dalla pirolisi della biomassa vegetale, un processo che prevede il riscaldamento del materiale organico in un ambiente a basso contenuto di ossigeno.

Questo metodo non solo riduce il volume dei rifiuti vegetali, ma crea anche un prodotto che ha numerosi benefici ambientali.

Il biochar è altamente poroso e ha la capacità di trattenere acqua e nutrienti, migliorando la fertilità del suolo e promuovendo una crescita più robusta delle piante.

Inoltre, il biochar sequestra il carbonio, impedendo che venga rilasciato nell’atmosfera come anidride carbonica.

Sinergie tra Bambù e Biochar

L’integrazione di bambù e biochar rappresenta una sinergia promettente per il ripristino ecologico di Kangaroo Island.

Il bambù, con la sua rapida crescita e robusta rete di radici, può stabilizzare i terreni erosi e accelerare la rigenerazione delle foreste.

Quando combinato con il biochar, i benefici si moltiplicano: il biochar arricchisce il suolo trattenendo nutrienti e umidità, creando un ambiente ideale per la crescita del bambù.

Questa combinazione non solo migliora la fertilità del suolo ma aumenta anche la capacità di sequestro del carbonio, contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni di CO2.

Il bambù si può utilizzare per creare biochar e quindi nasce un circolo virtuoso ecosostenibile.

Conclusione

La scelta di Kiland di trasformare il legname danneggiato in biochar rappresenta una risposta innovativa e sostenibile alla devastazione causata dagli incendi.

Questo progetto, descritto come il più grande progetto di carbonio dell’Australia, non solo previene l’emissione di enormi quantità di carbonio nell’atmosfera, ma offre anche una soluzione ecologica per il recupero delle risorse dell’isola.

Attraverso la produzione di biochar e la generazione di crediti di rimozione del carbonio, l’Isola dei Canguri può sperare in un futuro più verde, mitigando l’impatto ambientale degli incendi e promuovendo una gestione sostenibile delle sue risorse naturali.

Continua a leggere