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Storia del biochar: Da terra preta a soluzione contro l’inquinamento

Il biochar, un carbone vegetale ottenuto dalla pirolisi della biomassa, ha radici profonde nella storia dell’umanità, risalendo a pratiche agricole ancestrali.

La sua storia inizia con la “terra preta” o “terra nera” dell’Amazzonia, un suolo straordinariamente fertile creato dagli antichi abitanti della regione oltre mille anni fa.

Oggi, il biochar sta emergendo come una soluzione innovativa per affrontare alcune delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo, tra cui la riduzione delle emissioni di gas serra e la bonifica dei terreni contaminati.

In questo articolo esploreremo l’affascinante viaggio del biochar, dalle sue antiche origini alla sua moderna applicazione come potente strumento contro l’inquinamento, evidenziando le potenzialità e le promesse di questa risorsa ecologica per un futuro più sostenibile.

Cronologia degli eventi chiave sul Biochar

Epoca precolombiana

  • Terra Preta: Gli indigeni amazzonici creano terreni fertili utilizzando il biochar, noto come Terra Preta.

Anni ’60:

  • Riscoperta della Terra Preta: La comunità scientifica riscoprono la Terra Preta e inizia a esplorare il potenziale del Biochar come strumento per migliorare la salute del suolo, aumentare la produttività agricola e mitigare i cambiamenti climatici.

2000:

  • International Biochar Initiative: Formazione dell’IBI per promuovere la ricerca e l’applicazione del biochar.

2009:

  • Standardizzazione delle analisi petrografiche del carbone: L’Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (ISO) pubblica gli standard ISO 7404-2 e ISO 7404-5, che definiscono i metodi per la preparazione dei campioni di carbone e la determinazione della riflettanza della vitrinite, parametri importanti per la classificazione del carbone e, successivamente, del Biochar.
  • Il biochar nella mitigazione dei cambiamenti climatici: Il biochar viene riconosciuto per il suo potenziale nel sequestro del carbonio e nella mitigazione dei cambiamenti climatici.

2012:

  • Lo standard EBC è in vigore dal 1° gennaio 2012 ed è la base per la certificazione del biochar all’interno dell’Unione Europea.

2015:

  • Adozione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite: Le Nazioni Unite, alla COP21 di parigi, adottano i 17 SDG, un piano d’azione globale per raggiungere un futuro più sostenibile. Il Biochar viene riconosciuto come uno strumento potenzialmente utile per raggiungere diversi di questi obiettivi, tra cui:
  • Obiettivo 2: Zero fame: Aumento della resa delle colture e miglioramento della sicurezza alimentare.
  • Obiettivo 13: Azione per il clima: Mitigazione dei cambiamenti climatici sequestrando il carbonio nel suolo.
  • Obiettivo 15: Vita sulla terra: Miglioramento della qualità del suolo e sostegno alla biodiversità.
  • Il Biochar diventa ammendante riconosciuto in Italia: Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali italiano inserisce il Biochar nella lista degli ammendanti utilizzabili in agricoltura.
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2019:

  • Inizio del boom del mercato europeo del Biochar: L’industria del Biochar in Europa inizia a crescere rapidamente, con un numero crescente di impianti di produzione installati ogni anno.

2021:

  • Istituzione dell’International Research Institution of Black Soils (IRIBS): Viene fondata l’IRIBS, con la partecipazione dell’Heilongjiang Academy of Black Soil Conservation and Utilization, per studiare e promuovere la conservazione e la gestione sostenibile dei suoli neri, noti anche come “black soils”, di cui il Biochar può essere un importante alleato.

2022:

  • Pubblicazione della prima mappa globale dei Black Soils: La Global Soil Partnership presenta la GBSmap, una mappa globale che identifica la distribuzione dei Black Soils nel mondo, sottolineando la loro importanza per la sicurezza alimentare globale.
  • Pubblicazione del primo rapporto globale sui Black Soils: La FAO pubblica “The Global Status of Black Soils”, il primo rapporto completo che analizza lo stato di salute dei Black Soils a livello globale e sottolinea l’urgente necessità di proteggere questi preziosi terreni.

2023:

  • Ulteriore crescita del mercato europeo del Biochar: La capacità produttiva di Biochar in Europa continua a crescere, con la regione nordica in testa alla classifica.
  • Riconoscimento del Biochar come strumento di rimozione del carbonio: Il Biochar viene sempre più riconosciuto come una soluzione per la rimozione del carbonio dall’atmosfera (BCR, Biochar Carbon Removal), con un crescente interesse per i suoi benefici ambientali e climatici.
  • Realizzazione di importanti progetti di Biochar in Europa: Diversi impianti di produzione di Biochar di grandi dimensioni vengono completati o sono in fase di realizzazione in Germania, Svezia, Austria, Danimarca e Norvegia, dimostrando la crescente rilevanza del Biochar nell’industria europea.

2024:

  • Pubblicazione dello studio di Sanei et al. sulla permanenza del Biochar: Hamed Sanei e colleghi pubblicano un articolo scientifico che utilizza metodi petrografici per valutare la permanenza del Biochar nel suolo, stabilendo un nuovo standard per la valutazione della sua stabilità a lungo termine.
  • Proposta del concetto di “Inertinite Benchmark”: Lo studio di Sanei et al. introduce il concetto di “Inertinite Benchmark (IBRo2%)” come punto di riferimento per la permanenza geologica del Biochar, basato sulla stabilità dell’inertinite, un maceral del carbone altamente stabile presente nei carboni fossili.

Futuro:

  • Ulteriori ricerche sulla stabilità del Biochar: Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno i meccanismi di degradazione del Biochar nel suolo e per sviluppare metodi di produzione che massimizzino la sua permanenza.
  • Sviluppo di standard e certificazioni: È fondamentale sviluppare standard di qualità e sistemi di certificazione per il Biochar, al fine di garantire la sua efficacia e la sua sostenibilità ambientale.
  • Promozione e diffusione del Biochar: È importante aumentare la consapevolezza sui benefici del Biochar e promuoverne l’adozione su larga scala, sia in agricoltura che in altri settori.
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Personaggi correlati al biochar

  • Hamed Sanei: Ricercatore presso il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Aarhus, in Danimarca. Autore principale dello studio pubblicato nel 2024 che ha introdotto il concetto di “Inertinite Benchmark” per valutare la permanenza del Biochar.
  • Arka Rudra, Zia Møller Moltesen Przyswitt, Sofie Kousted, Xiaowei Zheng, Søren Bom Nielsen, Henrik Ingermann Petersen: Coautori dello studio di Sanei et al. (2024) sulla permanenza del Biochar, provenienti da diverse istituzioni di ricerca in Danimarca.
  • Marco Benkhettab Sindlev: Ricercatore presso il Dipartimento di Biologia dell’Università della Danimarca Meridionale. Coautore dello studio di Sanei et al. (2024).
  • Yuxin Tong: Coordinatore dell’International Network of Black Soils (INBS). Ha svolto un ruolo chiave nella creazione della mappa globale dei Black Soils e nella promozione della loro gestione sostenibile.

Organizzazioni del biochar

  • Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO): Agenzia specializzata delle Nazioni Unite che conduce lavori internazionali volti a sconfiggere la fame. Ha pubblicato il primo rapporto globale sui Black Soils nel 2022.
  • Global Soil Partnership (GSP): Iniziativa internazionale guidata dalla FAO che promuove la gestione sostenibile del suolo. Ha presentato la prima mappa globale dei Black Soils nel 2022.
  • International Biochar Initiative (IBI): Organizzazione internazionale senza scopo di lucro che promuove la produzione e l’uso responsabile del Biochar. Ha sviluppato uno strumento di classificazione del Biochar che valuta diverse proprietà, tra cui la stabilità del carbonio.
  • European Biochar Industry Consortium (EBI): Organizzazione che rappresenta l’industria europea del Biochar e ne promuove la crescita e lo sviluppo. Pubblica regolarmente rapporti di mercato sul Biochar in Europa.
  • US Biochar Initiative (USBI): Organizzazione che promuove la ricerca, la produzione e l’uso del Biochar negli Stati Uniti.
  • International Network of Black Soils (INBS): Rete internazionale di Paesi che hanno in comune la presenza di Black Soils nel loro territorio. Promuove la collaborazione e lo scambio di conoscenze per la gestione sostenibile di questi suoli.
  • International Research Institution of Black Soils (IRIBS): Istituzione di ricerca internazionale fondata nel 2021 per studiare e preservare i Black Soils a livello globale.

Conclusioni

Il viaggio del biochar, dalla terra preta amazzonica alle moderne applicazioni ecologiche, evidenzia il suo straordinario potenziale nella lotta contro l’inquinamento e nel miglioramento della fertilità del suolo.

Le sue proprietà uniche non solo contribuiscono a ridurre le emissioni di gas serra, ma offrono anche soluzioni sostenibili per la bonifica dei terreni contaminati.

In un’epoca in cui la crisi ambientale richiede interventi urgenti, il biochar emerge come una risorsa preziosa, capace di trasformare pratiche agricole millenarie in tecnologie all’avanguardia per un futuro più verde e sostenibile.

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