Pellet in Europa
Blog: Pellet

Pellet in Europa: Confronto tra Politiche Governative e Incentivi Fiscali

Di seguito un’analisi che evidenzia come le politiche governative, gli incentivi fiscali e le dinamiche di mercato varino tra i diversi paesi europei, influenzando il settore del pellet in modi differenti.

Differenze nelle Politiche Fiscali e negli Incentivi

Italia

  • Incentivi e aliquota IVA:
    Fino a marzo 2024 era in vigore un’IVA agevolata (10%) sul pellet, che ha contribuito a mantenere prezzi competitivi nonostante le tensioni di mercato. Con il ritorno dell’aliquota standard al 22%, i produttori hanno comunque saputo contenere i costi grazie a una riduzione dei prezzi che li ha riportati ai livelli pre-crisi.
  • Consumo e importazione:
    L’Italia, essendo il maggiore mercato europeo per il pellet (con circa il 95% del consumo nelle abitazioni private), dipende in larga misura dalle importazioni. Le politiche volte a promuovere filiere produttive nazionali sono al centro del dibattito politico, con l’obiettivo di ridurre la vulnerabilità ai flussi internazionali.

Germania e Austria

  • Sostegno alle energie rinnovabili:
    Questi paesi si distinguono per politiche di lungo periodo a favore delle energie rinnovabili, che includono anche incentivi per l’installazione di sistemi di riscaldamento a pellet. La presenza di robuste filiere produttive e di standard di qualità (come la certificazione ENplus®) contribuisce a una maggiore stabilità di mercato.
  • Focalizzazione sulla sostenibilità:
    Sia la Germania che l’Austria investono in programmi di sostegno alla transizione energetica, offrendo detrazioni fiscali, sussidi e finanziamenti agevolati per l’installazione di impianti efficienti e a basse emissioni, rendendo il pellet una scelta competitiva sia dal punto di vista economico che ambientale.

Francia e Spagna

  • Dinamiche industriali e incentivi limitati:
    In Francia, nonostante la crescente domanda industriale – con aziende come Albioma che puntano sull’utilizzo del pellet – i progressi nelle conversioni delle centrali a carbone in impianti a biomassa non sono stati sufficienti a generare un ampio supporto fiscale.
  • Modifiche all’IVA:
    In Spagna, l’applicazione dell’aliquota IVA agevolata sui pellet è terminata (dal 1 luglio 2024), portando a un ritorno ai livelli standard. Questo cambiamento potrebbe influire sui prezzi finali e sulla competitività del pellet nel mercato domestico, evidenziando come le politiche fiscali possano avere impatti diretti sulla domanda.

Regno Unito e altri paesi del Nord Europa

  • Supporto ai progetti innovativi:
    Nel Regno Unito, le politiche recenti hanno incentivato progetti BECCS (Bioenergy with Carbon Capture and Storage), con il governo che sostiene finanziariamente iniziative volte a integrare la produzione di energia da pellet in un contesto di cattura del carbonio.
  • Stabilità del mercato domestico:
    Nei paesi del Nord Europa, come la Svezia e i Paesi Bassi, le politiche governative si concentrano sul mantenimento di standard ambientali elevati e sul sostegno a tecnologie a basse emissioni. Anche se in alcuni casi gli incentivi diretti per il pellet possono essere meno evidenti, il quadro normativo favorevole alle rinnovabili e l’attenzione alla sostenibilità guidano una crescita costante della domanda.

Impatti sul Mercato del Pellet

Prezzi e Competitività

  • Andamento dei prezzi:
    Nonostante le variazioni nelle aliquote IVA e negli incentivi, molti paesi stanno assistendo a una tendenza al ribasso dei prezzi del pellet, con valori che in alcuni mercati europei si attestano intorno a 4,5–5,3 € per sacco da 15 kg. Questo rende il pellet competitivo rispetto ai combustibili fossili, sia per il riscaldamento domestico che per applicazioni industriali.

Domanda e Offerta

  • Dinamiche regionali:
    Le statistiche mostrano un andamento eterogeneo: mentre in Italia la domanda residenziale registra un lieve calo, in paesi come Germania, Austria e Polonia si osserva una crescita costante, grazie a politiche di incentivo all’efficienza energetica e alla sostituzione dei combustibili fossili.
  • Sviluppo industriale:
    Nel segmento industriale, nonostante alcune difficoltà legate ai contratti e alla volatilità dei mercati dei crediti di carbonio, l’utilizzo del pellet per la produzione di energia elettrica rimane redditizio in molti paesi, soprattutto dove esistono differenziali di prezzo favorevoli rispetto al carbone.

Conclusioni

Le politiche governative e gli incentivi fiscali in Europa variano notevolmente:

  • In Italia si è puntato a facilitare l’accesso al pellet attraverso riduzioni temporanee dell’IVA, mentre il lungo termine prevede lo sviluppo di filiere produttive nazionali per ridurre la dipendenza dalle importazioni.
  • Nei paesi del Nord Europa come Germania, Austria e Regno Unito, un mix di sostegni diretti (subsidies, detrazioni fiscali) e normative ambientali stringenti ha favorito sia la produzione che l’utilizzo di pellet, rendendolo un’opzione sempre più competitiva.
  • In Francia e Spagna, le variazioni dell’IVA e la mancanza di incentivi strutturali nel settore industriale hanno creato dinamiche di mercato diverse, con effetti diretti sui prezzi e sul consumo.

Questa diversità evidenzia come il contesto normativo e fiscale giochi un ruolo cruciale nel plasmare il mercato del pellet, influenzando non solo i prezzi e la competitività, ma anche la transizione verso soluzioni energetiche più sostenibili in tutta Europa.

Continua a leggere